di Roberto Quaglia – Roberto.info
A pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca.
Giulio Andreotti
Cosa distingue nel ventunesimo secolo una vera catastrofe nucleare da una ipotetica minaccia del terrorismo? Che della prima è vietato preoccuparsi, mentre della seconda è obbligatorio rabbrividire.
Ma insomma, i governanti e i media vogliono spaventarci o tranquillizzarci? Che si decidano una buona volta! Perché usano due pesi e due misure a seconda della classe di pericoli che ci minaccerebbero?




Da qualche anno mi capita di venire sistematicamente molestato da chi, soffrendo evidentemente di allucinazioni, mi da (più o meno esplicitamente) del complottista. Chiariamolo una volta per tutte: nonostante questo vocabolo apparentemente esista, esso non ha legami significativi con la nostra realtà. Dico “apparentemente esista”, poiché sul dizionario Zingarelli questa parola non c’è. E neppure sul Gabrielli. Il correttore ortografico del mio programma di scrittura me lo sottolinea in rosso – anche per lui la parola non esiste. Per migliaia di anni non è mai esistito un complottista – tanto è vero che mancava la parola. Poi c’è stato l’