Il 12 Giugno si è svolta su Internet la ICO di Bancor. ICO sta per Initial Coin Offering, che fa un po’ il verso alle IPO (Initial Public Offering) borsistiche. Le ICO si svolgono nel mondo delle criptomonete e sono un fenomeno recente, che esiste da pochi anni. Con le ICO gli sviluppatori di un progetto interessante (di solito una nuova criptovaluta) raccolgono il denaro necessario a svilupparla e se il progetto avrà successo gli investitori iniziali guadagnano sulla rivalutazione delle monete acquistate inizialmente. In alcuni casi, tuttavia, se non tutti quelli che al momento dell’ICO riescono ad assicurarsi le monete desiderate, il prezzo va alle stelle subito dopo il termine dell’offerta. Ed è quello che pare stia accadendo anche e soprattutto dopo la collocazione di Bancor. Continua a leggere
Archivi mensili: Giugno 2017
di Roberto Quaglia – roberto.info
Oggi vorrei spendere due parole su di un tema specialistico, del quale in molti non sanno ancora nulla o quasi, e che nondimeno avrà in futuro un importante impatto sulle vite di tutti noi. Avrete certamente già sentito parlare di Bitcoin, ma, con tutta probabilità, vi mancano i dettagli. E soprattutto, vi mancano le puntate successive, quelle delle monete alternative a Bitcoin. Ora, non è certo qui ed ora che possiamo chiarire ogni mistero, tuttavia cercherò di fare una piccola panoramica. Bitcoin è una moneta elettronica creata nel 2009, che consiste in un database distribuito fra tutti quelli che ne detengono delle unità, il che è ciò che garantisce tutti della realtà e non falsificabilità delle monete in circolazione. Anche l’emissione dei bitcoin è regolata in modo certo, in quantità prestabilite ed immutabili, mediante un processo che consiste nella soluzione di uno specifico algoritmo a difficoltà variabile chiamato Proof of Work, un processo di conio a cui teoricamente può partecipare chiunque, ma in pratica è ormai riservato a quelli che possono permettersi i sempre più costosi calcolatori dedicati e soprattutto tutta la corrente elettrica che essi consumano.
Quando Bitcoin fu creato, nel 2009, non valeva nulla. I primi entusiasti che se ne occuparono ne producevano a migliaia e poi non sapevano cosa farsene. A maggio del 2010 un certo Lazlo offrì 10.000 bitcoins a chiunque fosse disposto a vendergli… due pizze. Ci volle un po’ prima che qualcuno si degnò di accettare i suoi miseri 10.000 bitcoins ed infine Lazlo riuscì finalmente a comprare le sue due belle pizze. Niente male, dovette pensare Lazlo, due vere, solide, gustose e addirittura mangiabili pizze in cambio di una manciata di elettroni e qualche strana stringa di caratteri ASCII sullo schermo del suo computer. Fece un buon affare Lazlo? Dipende da quanto buone erano poi quelle due pizze. Al corso attuale di un paio di giorni fa, 25 maggio 2017, sette anni dopo, quei 10.000 bitcoins oggi valgono circa ventisei milioni di dollari. Lazlo può oggi vantarsi di avere mangiato le pizze più care del mondo, che peraltro diventano sempre più care, visto che solo che nell’ultimo paio di mesi Bitcoin ha raddoppiato ancora una volta il suo valore. La capitalizzazione totale odierna di Bitcoin ha raggiunto i 44 miliardi di dollari. Continua a leggere