Lungo la nuova cortina di ferro si moltiplicano gli arresti di personalità anti-NATO. Da ultimo il politico polacco Piskorski: è la nuova Europa pre-guerra.
di Roberto Quaglia – roberto.info
Quante volte avete letto sul giornale che il “dittatore Putin” mette in galera chi la pensa diversamente da lui, che in Russia l’opposizione politica viene perseguitata? E magari – nessuno è perfetto – ci avete anche creduto!
D’altra parte, come diceva Goebbels, ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità. La semplice verità è che chi gode di un consenso popolare superiore all’80 per cento – ed è proprio questo il caso di Putin in Russia – non ha proprio alcun bisogno di incarcerare i pochi che la pensano diversamente da lui. Sarebbe fatica sprecata – e nel contempo una pessima pubblicità.
Infatti, contrariamente alla propaganda nostrana, in Russia non accade nulla del genere – e se intendete obiettare per favore fate i nomi degli incarcerati. Al contrario, questa è l’ultima spiaggia dei regimi dove il consenso popolare è in caduta libera – come guarda caso quelli dell’Occidente sedicente democratico, dove sempre meno gente va a votare, avendo ormai perduto ogni speranza di venire rappresentata.
Non deve quindi stupire più di tanto l’osservatore smaliziato il fatto che in Polonia il 18 maggio 2016 i politici con marcate simpatie filorusse e anti-NATO siano stati oggetto di una retata delle forze speciali, con l’accusa di «spionaggio per un paese straniero». È importante sottolineare l’assoluta assurdità di una simile accusa per un politico. Per essere un’utile spia bisogna infatti essere un funzionario in una posizione chiave, oppure svolgere un ruolo che ci dia qualcosa su cui spiare. I politici possono avere anche idee molto diverse da quelle che vanno per la maggiore in un paese, ma l’ultima cosa che essi possono ragionevolmente fare è spiare. Spiare cosa? E come? Qualcuno dovrebbe provare a spiegarlo.
Eppure, è proprio con l’incredibile accusa di spionaggio che in Polonia – una nazione dell’Unione Europea! – il 18 maggio 2016, forse non a caso proprio nel giorno del suo trentanovesimo compleanno, è stato arrestato Mateusz Piskorski, il leader del partito “Zmiana”, nonché parlamentare polacco dal 2005 al 2007, ma soprattutto il più importante attivista anti-NATO in Polonia. Le varie sedi del partito Zmiana sono state perquisite dai servizi segreti che hanno asportato documenti ed hard disk ed altro. C’è qualcuno fra gli appassionati difensori del “modello di democrazia occidentale” che vuole provare a spiegare come fatti del genere si inquadrino nel loro decantato sistema di valori? Sono curioso.
Ricordiamo che poco tempo fa anche Giulietto Chiesa fu arrestato al suo ingresso in Estonia – altro paese dell’Unione Europea – con accuse risibili (l’intenzione di «voler ricostruire l’Unione Sovietica»!) e poi espulso dal paese per impedirgli di partecipare ad un convegno.
Pochi giorni fa l’influente filosofo russo Aleksandr Dugin è stato arrestato al suo ingresso in Grecia e rispedito in Russia. Se fosse riuscito ad entrare in Grecia chissà cosa avrebbe potuto combinare. Forse – ora azzardiamo un’ipotesi sconvolgente – avrebbe addirittura potuto… parlare! Il fatto che a vietare l’ingresso di un filosofo sia stata proprio la Grecia – patria della filosofia – è un’emblematica ironia del destino. L’Occidente “democratico” non sopporta più le opinioni dissonanti dal proprio pensiero unico.
Il caso polacco appare tuttavia ben più grave. Un politico ex parlamentare arrestato nel suo stesso paese UE per il semplice fatto di condurre una politica d’opposizione!
Mentre in questi stessi giorni in Turchia è stata abolita l’immunità parlamentare – una misura probabilmente finalizzata a perseguire i deputati curdi. La Turchia non è ancora UE, ma Merkel promette che poco ci manca.
I sintomi sono quelli di un’infezione di quelle già viste in passato che si sta di nuovo propagando in Europa, e prima o poi ce la ritroveremo sotto casa. In una sua celebre canzone di tanti anni fa Giorgio Gaber usò la metafora della peste nera. Ma ai suoi tempi la situazione non era neppure lontanamente grave come essa si prospetta oggi.
Il lettore può anche accogliere queste notizie con un’indolente alzata di spalle. In questo caso, buona fortuna, anzi, buona dormita. Ma il sonno della ragione genera mostri. E sappiate che lo stesso giorno dell’arresto di Piskorski a Londra usciva il libro “2017 War with Russia”, scritto dal generale Richard Shirreff, ex vice-comandante della NATO in Europa (SACEUR), un saggio nel quale viene addirittura annunciato il mese dell’inizio del conflitto fra Russia e NATO: maggio 2017. Ovviamente, Shirreff racconta che sarà la Russia ad attaccare, curioso che egli pretenda di sapere anche quando…
E nell’augurare buon risveglio dal mondo dei sogni a tutti, mi permetto di ricordare al lettore la celebre lezione di Bertolt Brecht (che la copiò da Martin Niemöller) su come tipicamente vadano a finire queste cose quando si indulge troppo all’indifferenza:
Prima vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubavano
Poi vennero a prendere gli ebrei e tacqui perché mi erano antipatici
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché erano fastidiosi
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non parlai perché non ero comunista
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Sia che vi piaccia Brecht, o Gaber, o Putin, o semplicemente l’idea di un’Europa democratica, oggi avete l’occasione di manifestare la vostra solidarietà a Mateusz Piskorski. Se lasciate perdere, affari vostri. Ma poi, quando verranno a prendere voi, o inizieranno a cadere le bombe, abbiate per lo meno la decenza di non lamentatevi.
Roberto Quaglia
21 Maggio 2016
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