di Roberto Quaglia – roberto.info
La prima domanda di oggi è: quanto credete voi di ciò che vedete in televisione?
Probabilmente, non esattamente tutto.
E la seconda domanda di oggi è: quanto credono di ciò che vedono in televisione le persone che voi conoscete? Forse più di voi, ma anche loro probabilmente non tutto. Se avete dei dubbi ponete loro questa stessa domanda: quanto credete di ciò che vedete in televisione? Credo sia ormai difficile trovare una persona che dichiari in buona fede di credere a tutto ciò che vede in televisione. L’idea che alla televisione ci raccontino un sacco di balle è ormai un concetto diffuso. E per inciso, anche per la stampa non è che vada meglio.
Eppure, ci sono diversi gradi di scetticismo rispetto alla visione del mondo che ci propongono i media mainstream. Si va dallo scettico omeopatico, che ha sì qualche piccolo dubbio, ma poi alla fine finisce per credere a tutte le balle essenziali, anzi, i suoi piccoli dubbi rinforzano paradossalmente le sue false credenze, sennò che scettico omeopatico sarebbe – fino al complottista più sfegatato, quello che confonde il non credere a nulla che venga dal maistream con il credere a tutto – purché non venga dal mainstream – un semplice capovolgimento di bias, un’attitudine che porta anch’essa a prendere grandi cantonate.
I cittadini dell’Occidente ormai si dividono principalmente in due: quelli che ormai in merito ai temi che contano non credono più all’informazione maistream e quelli che dicono di nutrire sì qualche dubbio e di non credere proprio a tutto, ma che nell’insieme invece credono ancora al mainstream, anche se devono fare sempre più spesso eccezioni quando si accorgono, ogni volta con un certo stupore, che ciò che viene loro comunicato non è proprio tutto da prendersi come oro colato. Ricordate lo stupore collettivo con cui l’Occidente prese atto che sulle famose armi di distruzione di massa di Saddam tutti i media avevano riportato notizie false? La cosa si ripete e continua a ripetersi ed ogni volta tutti si scoprono eternamente stupiti. Per dovere di cronaca dobbiamo poi anche menzionare una porzione di popolazione che annaspa al di là del credere o non credere – mi riferisco ai famosi “analfabeti funzionali”, quelli che, pur capendo la propria lingua, se però leggono o ascoltano qualcosa, non ne afferrano propriamente il significato. Ragione per cui in genere si limitano a ripetere quello che sentono dire più spesso, senza porsi troppi pensieri o perché. Di loro però adesso baderemo bene di non parlare.
Il dato di fatto importante è che fra la popolazione pensante occidentale, la credibilità dei grandi mezzi di informazione è in caduta libera. E, se posso aggiungere la mia opinione, ciò avviene con buona, anzi, buonissima ragione. Il mondo che i grandi media occidentali raccontano è infatti ormai un mondo del tutto immaginario e quando non è immaginario è irrilevante. La verità viene deformata per piegarla alle ragioni dell’invisibile ideologia occidentale, ed i nodi vengono al pettine quando, come nel caso recente delle elezioni americane oppure del Brexit, i media annaspano così distanti dal mondo del reale da rendersi completamente ridicoli nel momento in cui inevitabilmente finiscono per sbagliarle tutte. Ceffano ogni previsione e poi si rendono ridicoli con le false spiegazioni. Allontanarsi dal reale comporta infatti controindicazioni del genere.
I non più giovanissimi fra voi ricorderanno quando, nel 2003, alla fine della Seconda Guerra del Golfo, il mitico ministro dell’informazione iracheno del regime di Saddam Hussein, Muhammad Saeed al-Sahhaf, che per tutta la guerra si era esibito in conferenze stampa trionfali, al momento della sconfitta continuava impassibilmente a mentire davanti alle telecamere sul fatto che la situazione fosse perfettamente sotto controllo, mentre in sottofondo si udivano gli spari della battaglia già dentro Bagdad e già si vedevano scene di combattimento in città. Poveretto, era al di là del ridicolo, faceva quasi pena, in seguito il Web lo prese in giro per mesi e mesi con caricature su caricature.
Oggi però lo stesso fenomeno coinvolge l’intero mainstream informativo occidentale. Non è soltanto il fatto di mentire che fa crollare ogni fiducia e rispetto nei confronti di televisioni, giornali e giornalisti. E’ il fatto di mentire in modo del tutto incoerente, in costante e ripetuta contraddizione con se stessi, affermando tutto ed il contrario di tutto a seconda delle occasioni, negando sistematicamente l’evidenza ed in totale disprezzo di ogni logica, un comportamento da veri e propri disturbati mentali. Il mistero non è come mai metà del pubblico abbia abbandonato con disgusto lo spettacolo, il mistero è cosa stia aspettando l’altra metà del pubblico a fare lo stesso.
L’ultima farsa, in ordine di tempo, è la risoluzione votata dal parlamento europeo, nella quale ci si propone di prendere “provvedimenti” contro la cosiddetta e terribile “guerra russa dell’informazione”, che poi andando bene a guardare si tratta di un singolo canale televisivo che la gente per lo più si guarda su Internet, RT, nota anche come Russia Today, ed una singola agenzia di stampa, Sputnik, anche questa accessibile in Europa solo su Internet. Nessuno si chiede come facciano queste due piccole realtà marginali, peraltro disponibili solo in un paio di lingue, a minacciare il colossale impero di centinaia fra reti televisive e testate giornalistiche occidentali che parlano, anzi, strillano allineati in coro ai cittadini europei, a ciascuno nella sua lingua, da tutti i canali televisivi e da tutte le edicole, col monopolio del 99% degli spazi. Una potenza di fuoco centinaia e centinaia di volte più potente di quella dei russi, ma chissà perché per capire cosa succeda nel mondo oggi sempre più cittadini europei preferiscono informarsi presso le più modeste fonti russe. Chissà perché. I politici e giornalisti occidentali non ce lo spiegano. Chiamano il giornalismo dei russi “propaganda”, ma non sanno spiegare perché esattamente sarebbe propaganda. Cosa intendono poi con “propaganda”? Si riferiscono forse a “informazioni false”? Non ce lo dicono. Anche perché poi magari dovrebbero farci qualche esempio di queste presunte informazioni false. Evidentemente però non sono in grado. Non sostengo che tutto ciò che venga da fonti russe debba essere necessariamente vero – ci mancherebbe altro. Ma se c’è qualcosa di falso, perché non isolare la menzogna ed esporla con tutte le prove e spiegazioni del caso?
Per contro, io invece potrei parlarvi per ore e ore di tutte le singole menzogne vomitate dalla stampa occidentale, dalla nostra stampa, mostrandovele singolarmente una dopo l’altra. E’ così che si espone la propaganda, dissezionandola, analizzandola punto per punto, elencando le bugie, spiegando, dimostrando. E invece che cosa si fa in Occidente? Si lanciano anatemi, si urla istericamente, si minacciano orribili rappresaglie, ma non si spiega mai in cosa in effetti consisterebbe questa presunta propaganda, non si fa mai neppure un esempio di una bugia o di un fatto distorto, niente di niente. Piuttosto, si arriva invece addirittura a paragonare il giornalismo di matrice russa nientedimeno che ai… tagliagole dell’ISIS, ai video splatter-propagandistici in cui questa feccia decapita la gente. E questo avviene in una sede istituzionale come il Parlamento Europeo. Vi rendete conto di cosa stanno facendo i vostri rappresentati a Bruxelles? Li avete eletti voi, ragazzi, e adesso questi qua mettono sullo stesso piano giornalisti e terroristi tagliagole. A nome vostro. Complimenti.
Prendete atto del fatto che oltre a starnazzare come oche impazzite “russian propaganda, russian propaganda”, ed accostare rispettabili giornalisti ai tagliatori di teste, questa gentaglia non ha evidentemente altri argomenti.
La realtà è quindi un’altra, e cioè che da un lato le notizie riportate in Europa dalle fonti russe sono solitamente accurate, altrimenti sarebbe facile smontarle, proprio come è facile smontare le notizie false del mainstream occidentale. Ed in secondo luogo che c’è un Occidente che è ormai terrorizzato da qualsiasi opinione che diverga dalla propria monolitica rappresentazione del mondo, proprio come lo era l’Unione Sovietica ai suoi tempi – e tutti abbiamo visto che fine abbia poi fatto l’Unione Sovietica. L’Occidente non è più in grado di sopportare opinioni che si discostino dai propri assiomi.
La delibera del parlamento europeo è soltanto l’ultimo atto censorio, in ordine di tempo, contro il giornalismo non allineato. Pochi mesi fa erano stati chiusi i conti bancari di RT in Inghilterra, senza alcuna spiegazione. Qualche anno fa era stata oscurata la rete iraniana Press TV dai satelliti europei. Si invocano censure ulteriori.
Quando qualche mese fa feci un’incursione nel parlamento europeo in ottima compagnia trovai dentro al parlamento stesso un manifesto pubblicitario che metteva in guardia nei confronti della propaganda russa. Ecco l’apoteosi del delirio, i lavatori di cervelli colti nel fragrante atto di lavare i loro stessi cervelli in un atto di mistificazione surreale che ha un qualcosa fra lo psicotico ed il masturbatorio.
Un giorno si scriveranno libri su questo nuovo periodo oscuro della politica occidentale ed i nostri posteri guarderanno increduli alle scemenze che oggi compiamo. Questo, beninteso, se sopravviveremo all’infausta destinazione dove questi pifferai magici dell’irreale ci stanno conducendo e se gli ancora troppi lemming che sono tra noi continueranno a seguirli.
Benvenuti quindi nel magico mondo del Maccartismo 2.0. Su cosa fosse il Maccartismo 1.0 ed in cosa differisca il Maccartismo 2.0 ne parleremo alla prossima occasione.
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