di Roberto Quaglia – roberto.info
Gli appassionati di fantascienza soffrono fin dall’alba di questo genere di letteratura di un triste complesso: la consapevolezza di vivere ai margini della cultura che conta, guardati con sufficienza e spesso disprezzo dagli abitué dei grandi premi letterari, per non dire dei Premi Oscar o i Premi Nobel. Una sorta di “complesso del ghetto”, la consapevolezza di essere destinati a rimanere confinati per sempre nella periferia estrema del mondo culturale che conta. Nella comunità della fantascienza si sono nel tempo lamentati tutti di questa amara esclusione, a partire da Isaac Asimov fino all’ultimo arrivato nel cosiddetto fandom, cioè l’ambiente degli appassionati del genere che ritualmente si ritrovano nelle convention e nei gruppi di discussione online. Grandi scrittori come Kurt Vonnegut, che pure hanno scritto fantascienza, hanno ripudiato la natura fantascientifica delle loro opere per la paura di venire sminuiti.
Ed era fatale che, denigra oggi e denigra domani, un bel giorno qualcuno nel fandom di fantascienza decidesse di averne avuto abbastanza e che era venuto il momento di vendicarsi finalmente di un mondo stolido ed insipiente. E quale migliore rivalsa, verso il mondo ingrato, che distruggerlo con una bella guerra mondiale?
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