di Roberto Quaglia
Orwell, dopotutto, era un dilettante. Ha scritto un libro da cui è stato tratto un reality show i cui partecipanti non sanno neppure che lui è esistito. Tanto lavoro per nulla. Ha messo insieme un bel libro ma si è dimenticato di brevettare il “format”. E quindi è oggi lecito plagiarlo. In televisione come sulla scena politica. Ben gli sta. E’ il destino dei dilettanti.
Orwell era un dilettante per difetto di fantasia. Non è riuscito ad immaginare a quali livelli di assurdità una società umana possa spingersi, e quanto ciò possa risultare paradossalmente spassoso. Noi, che viviamo nel ventunesimo secolo, siamo più fortunati.
Siamo più fortunati perché viviamo nell’era di Internet, così che i pedofili possano adescarci. Non fate caso al fatto che nessun pedofilo abbia mai adescato voi o i vostri figli su internet, i telegiornali ci spiegano e rispiegano che la pedofilia è in agguato su Internet. E i telegiornali hanno sempre ragione, altrimenti perché la gente li guarderebbe? Un giornalista indipendente tedesco con grande esperienza di ricerche in rete [Gerhard Wisnewski] si è calato nei panni di un pedofilo online ma per quanto abbia cercato bambini nudi non ha trovato nulla. Tranne i siti civetta di qualche curioso dipartimento polizia, che ti adescano in un sito pedofilo per arrestarti. E ti avvertono pure: riporta Wisnewski ad esempio che il sito Youngporn2008.com ci tiene ad avvisarti che “La pagina che stai per aprire probabilmente contiene pornografia infantile illegale. Se volete aprirne i contenuti, cliccate qui.” Se intendete conquistarvi le prime pagine della Grande Stampa dei Paesi Liberi come il Capro di Turno & Mostro Sbattuto in Prima Pagina accomodatevi e cliccate. Si sente la mancanza di un Premio Darwin per chi naviga su Internet.
Per fortuna Internet è entrato in fase di smantellamento, anche se per ovvie ragioni l’impressione diffusa sarà opposta, come al solito. Capire la realtà spicciola è semplice, dopotutto, spesso basta credere all’opposto di ciò che ci viene presentato per vero.
La Francia ha appena reso illegale lo scambio di files su Internet, quando internet, in sostanza, consiste esattamente in un meccanismo di scambio di files (quando navigate per il web il vostro browser incessantemente scambia files con i siti che visitate). Se scambiate per tre volte peer-to-peer-files di vostra proprietà, per esempio il video della vostra festa di compleanno, con un amico, vi tagliano l’accesso e perdete il diritto di usare internet, pur conservando il vostro obbligo di pagarlo. Mi sembra giusto. Doversi sorbire i video delle feste di compleanno degli altri è una tortura vietata dalla Convenzione di Ginevra.
E finalmente è stato trovato il rimedio anche all’annoso problema degli hacker, che da sempre entrano nei nostri computer per farsi i fatti loro (un po’ come fa Microsoft, ma con minor mezzi a disposizione). Adesso li si potrà bombardare con bombe nucleari. Vedo già il vostro sorrisino perplesso. Non credete che sia una soluzione ragionevole? E’ per questo che non vi fanno entrare nella stanza dei bottoni. Siete in difetto di pensiero laterale. Perché nella stanza dei bottoni (bottoni nucleari, ovviamente, non certo merce da sartoria) si è esattamente deciso così. Gli hacker potranno d’ora in poi venire attaccati con bombe nucleari. Una strategia coraggiosa, ma evidentemente lungimirante, anche se di primo acchito ci può lasciare confusi. Per fortuna c’è chi ha le idee chiare e si tratta del Capo del Comando Strategico degli Stati Uniti d’America, autore a Maggio 2009 di questa dichiarazione. Gli Stati Uniti sono pronti a rispondere con armi nucleari a ciberattacchi. Era ora! Quante volte l’antivirus fallisce e ci ritroviamo con un troiano nel PC?
Bombardiamo finalmente come si deve questi cazzo di hacker!
Ci penserà, l’America. Il paese più libero del mondo. In quanto tale, l’America detiene infatti il 25% di tutti i detenuti del mondo. Secondo Wikipedia 7,2 milioni di americani sono già in galera o dintorni. Qualcuno argomenterà che c’è ancora molto da fare su questo fronte. Ma l’importante è che bombardino gli hacker. E magari anche Internet, per dare una lezione ai pedofili.
Attendiamo l’inevitabile convergenza finale dei miti moderni. Sapremo che il tempo è venuto quando la Grande Libera Stampa dei Paesi Democratici finalmente titolerà: “Ennesima retata dei pedofili di Al Qaeda, decine di migliaia di arresti in tutto il mondo. I terroristi pianificavano di scambiarsi miliardi di foto di pornografia infantile realizzate con i nostri figli a nostra insaputa, utilizzando i famigerati circuiti di Pirate Bay ed Emule. Orrore in tutte le famiglie. Eccovi nella loro crudezza le immagini che non avremmo mai voluto mostrarvi.”
Ripeto: Orwell era un dilettante.
Roberto Quaglia
www.Roberto.info
Maggio 2009
Guarda un po’ chi si vede nel mondo dei blog! Benvenuto.
Ho letto il tuo libro “Il mito dell’11 settembre” e, oltre a trovarvi delle considerazioni molto interessanti, mi è piaciuto il modo in cui è strutturato.
Ciao.
Francesco
“Il mito della pedofilia in rete” è lungi dall’esser scalfito : serve solo per metter paura alle persone !
Con “l’11 settembre 2001” è stato dimostrato che i mass-media possono manipolare la realtà eppure c’è gente che a quella versione ufficiale ci crede ancora in primis Attivissimo.
Per quanto riguarda la pedofilia mi pare sia assurdo riuscire cosi facilmente video pornografici con minori in rete, perchè se è vero che tale fenomeno è gestito da persone senza scrupoli , non si faranno certo altrettanti scrupoli nell’utilizzare mezzi di criptazione e quindi nascosti ai più!
Il pretesto del terrorismo e della pedofilia : sono esempi di come un semplice pretesto degno di solo del 1984 di Orwell, ma di una demagogia nazionalsocialista , di una involuzione democratica che stiamo attraversando !
Confondere i pericoli virtuali con quelli reali per far paura e controllare la gente ignorante !