(Questo saggio fu incluso nel Souvenir Book ufficiale della 53sima World Science Fiction Convention (WorldCon) che si svolse nel 1995 a Glasgow, prima e, a tutt’oggi, ultima volta che quest’onore è spettato a un autore italiano)
Ciò che mi ha sempre sorpreso, nella stragrande maggioranza di libri di science fiction che ho letto, è la presunta assenza della science fiction dal futuro dell’umanità. Tutti gli scrittori di science fiction esistenti o esistiti hanno raccontato miriadi di storie accadute in migliaia di futuri diversi dal presente a noi noto, ed in nessuno di questi futuri, curiosamente, esiste visibilmente ciò che tali futuri causa, ovvero la science fiction. E’ nota qualche eccezione a quanto io sto dicendo. Talvolta fa la sua timida comparsa quale personaggio, in rare storie di SF, uno scrittore di SF, il quale è però spesso null’altro che un’elementare proiezione dell’autore, un’autocitazione, simile alle comparse di Hitchkock nei propri film. Più spesso, il futuro che gli scrittori tratteggiano è un futuro privo di SF. Perché? Perché tutti gli scrittori di SF paiono dimenticarsi di includere l’esistenza della letteratura di SF nei futuri dei quali ci narrano? Forse evitano apposta di parlarne perché credono che la SF non sarà in futuro poi così diversa da come è nel presente? Commettono davvero questo ingenuo errore? Oppure non ne parlano perché non sanno cosa dire? O invece non è mai addirittura neppure loro venuto in mente che sia ragionevole pensare che in futuro la SF esisterà? Tutti questi scrittori di SF parlano invece volentieri del passato della SF, ci raccontano in continuazione tutta la storia della SF. Perché così tanta attenzione al passato, e così poca al futuro? Perché gli scrittori di SF, quando parlano di SF, ne parlano al passato anziché al futuro? Continua a leggere