di Roberto Quaglia – Roberto.info
A pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca.
Giulio Andreotti
Cosa distingue nel ventunesimo secolo una vera catastrofe nucleare da una ipotetica minaccia del terrorismo? Che della prima è vietato preoccuparsi, mentre della seconda è obbligatorio rabbrividire.
Ma insomma, i governanti e i media vogliono spaventarci o tranquillizzarci? Che si decidano una buona volta! Perché usano due pesi e due misure a seconda della classe di pericoli che ci minaccerebbero?
Il disastro nucleare in Giappone ci ha innanzitutto confermato una cosa che sapevamo già: i governi mentono più o meno sempre, e quando per caso non mentono è solo perché hanno deciso che la verità è loro utile oppure perché mentire non è più un’opzione. Adesso tutto ciò è anche grottescamente ufficiale, poiché il democratico governo giapponese avrebbe dichiarato illegale la diffusione di notizie sul disastro di Fukushima che non siano in linea con la versione ufficiale. La situazione nella centrale nucleare di Fukushima è stata a lungo dipinta come un incidente di scarso impatto e sostanzialmente sotto controllo e ad un mese di distanza viene finalmente ammesso ufficialmente che si tratta invece di un disastro della magnitudo di Chernobyl. Gli alti venti spargono iodio e cesio radioattivo per tutto l’emisfero boreale e negli Stati Uniti e in Canada già piove volentieri acqua radioattiva, a San Francisco 180 volte i limiti di legge dell’acqua potabile, e radiazioni hanno iniziato a comparire anche già nel latte. Nel mare di fronte a Fukushima la radioattività è già milioni di volte superiore ai livelli normali e l’inquinamento radioattivo è logicamente destinato a propagarsi per la catena alimentare superiore. La reazione dell’Organizzazione Mondiale di Sanità è ripetere il mantra sedativo: rischi per la salute molto ridotti. Con qualche pennellata di surreale come la dichiarazione “rischi per la salute stabili”, una formulazione escogitata dall’OMS per tranquillizzare, ma che puzza di gran presa per il culo. Anche dentro al sarcofago del reattore di Chernobyl ci sono rischi per la salute stabili. Sono venticinque anni che non aumentano né diminuiscono!
Non mentono però solo i governi; a cascata, mentono tutti coloro che nella piramide del potere hanno interessi da difendere ed obiettivi da perseguire, spesso giornalisti compresi. La gravità della situazione è stata come al solito illustrata con largo anticipo dai media alternativi e da ricercatori indipendenti su Internet, mentre scienziati di regime (sembra anche del prestigioso MIT, sebbene la cosa appaia controversa) e pennivendoli dei grandi media hanno cercato a lungo di minimizzare le cose. C’è da chiedersi come faccia così tanta gente a continuare imperterrita a lasciarsi sedurre dalle fonti tradizionali di informazioni ormai sistematicamente inattendibili, quando per le verità che contano i nuovi circuiti indipendenti dell’informazione su Internet sono infinitamente migliori.
Quando su Internet i media alternativi già azzeccavano le dimensioni e la gravità della catastrofe (brutti allarmisti! come si permettono!), sui mass media si assisteva ad un coro di messaggi tranquillizzanti che col senno di poi appaiono grotteschi in modo sublime. C’è chi è giunto a definire il caso Fukushima un trionfo per l’industria nucleare (ma non intendeva raccontare barzellette). In Italia passerà alla storia l’ammasso di fesserie incautamente profferite con saccente sicumera dall’ex presidente dell’Enel Chicco Testa alla giornalista Lili Gruber e che possiamo rivederci su Youtube tutte le volte che vogliamo farci qualche grassa risata.
Fino a qui, nulla di nuovo sotto il sole. La menzogna è da tempo immemore parte integrante del nostro modo di vivere e la vera colpa non è probabilmente neppure di chi mente, bensì di chi delega a fonti più autorevoli di sé la capacità e la responsabilità di giudizio ed è sempre pronto a bersi qualsiasi balla piuttosto che fronteggiare una scomoda realtà delle cose. E che in ragione di ciò continuerà imperterrito a credere agli stessi che egli sa avergli già ripetutamente mentito in passato. Come le mosche che cercando di uscire da una stanza continuano a battere contro il vetro della finestra senza mai imparare nulla dalla loro esperienza, così il grosso della gente continua a credere imperterrita a chi continua a mentirgli ed ogni volta si stupirà di ogni nuova menzogna, senza tuttavia imparare nulla che serva loro per non cadere nella trappola della menzogna successiva.
Detto questo, qualcuno si è chiesto come mai sulle conseguenze della catastrofe che si sta consumando nelle centrali nucleari giapponesi le autorità cerchino di tranquillizzare le popolazioni, mentre quando si tratta dei pericoli del terrorismo e delle epidemie che ancora non ci sono fanno invece di tutto per spaventare i cittadini?
E’ un atteggiamento completamente contraddittorio. Da un lato si fa di tutto per tenere i cittadini all’oscuro di pericoli reali causati da catastrofi certe, mentre dall’altro si fa di tutto per rendere i cittadini consapevoli di pericoli ipotetici connessi a catastrofi annunciate che però poi non si verificano mai.
La catastrofe nucleare di Chernobyl ha nel tempo causato otto milioni di morti secondo uno studio del 2006 riportato da Greenpeace, un milione di morti secondo un successivo studio pubblicato nel 2010 dalla New York Academy of Sciences. Ma nel 2011, dopo il disastro nucleare in Giappone la BBC se ne esce con un tranquillizzante articolo in cui uno “scienziato” spiega che non c’è motivo di preoccuparsi delle radiazioni giapponesi, poiché dopotutto a Chernobyl sarebbero morte solo 43 persone. Sarebbe altamente morale che un tribunale inglese comminasse adesso a questo esimio scienziato una pena che nel rispetto delle sue stesse dichiarazioni egli dovrebbe considerare un premio, e quindi accogliere con grande favore: una vacanza (obbligatoria) di una settimana ad abbronzarsi sulle ridenti spiagge di Fukushima. D’altra parte qualcuno deve pure dare il buon esempio.
Ora che la catastrofe di Fukushima è stata promossa ufficialmente al rango di quella di Chernobyl (catastrofe di livello 7, caratterizzata da dispersioni radioattive nell’ordine di almeno dieci petabecquerel (PBc), 10 milioni di miliardi di decadimenti nucleari al secondo), è logico aspettarsi purtroppo che anche il bilancio dei morti sarà in futuro di analoga magnitudo. Quindi centinaia di migliaia o anche milioni di morti. E questo, se la catastrofe di Fukishima non si aggraverà. Nonostante i media cerchino di glissare sul tema, a Fukusima ci troviamo al momento ancora nel “best case scenario” – il migliore dei casi – ovvero il disastro è già comparabile con Chernobyl, ma questo è solo perché ci sta andando ancora bene. Se i noccioli in fusione dovessero sprofondare fino ad una falda acquifera, allora ci cuccheremmo il “worst case scenario” – il peggiore dei casi – ovvero immense esplosioni che diffonderebbero una tale quantità di roba radioattiva nell’aria da fare rimpiangere i bei tempi di Chernobyl in tutto l’emisfero boreale. Ma di questo nessuno si deve preoccupare, neanche quelli che moriranno o si ammaleranno. Dobbiamo invece continuare a spaventarci della terribile minaccia del terrorismo, che in dieci anni ha ucciso meno persone di quelle che muoiono in un paio di settimane di ordinario traffico stradale. Sembra follia pura, ma è ovvio che invece c’è uno schema in tutto ciò, che lascio indovinare al lettore. Rammento solo a mo’ di esempio ai deboli di memoria le grottesche procedure di perquisizione alle quali devono sottostare ogni volta che vogliono prendere un aereo, col relativo sequestro di beni personali potenzialmente letali come bottiglie di acqua minerale, shampoo, profumi, creme per la pelle.
Altro che Iodio 131 e Cesio 137! Sono lo shampoo e l’acqua minerale che rischiano di ucciderci! Attendiamo a breve retate anche negli istituti di bellezza.
Se dopo decine di milioni di perquisizioni negli aeroporti in tutti questi anni nessun terrorista è mai stato arrestato nel tentativo di imbarcarsi armato su un aereo, lascio al lettore giudicare se è verosimile che tali terroristi in primo luogo addirittura esistano. Non vi viene il dubbio che se esistessero, in dieci anni almeno una volta ci avrebbero provato? Ma di questi “terroristi”, che in dieci anni neppure una volta hanno provato ad imbarcarsi su un qualsiasi aereo da qualsiasi parte[1], ci viene costantemente ripetuto che dobbiamo essere terrorizzati.
Sono anni che ci stanno inoltre promettendo una pandemia che certamente farà milioni di morti, provocata da un virus che ufficialmente non esiste ancora. Promettono però anche che la natura inventerà ben presto tale virus. L’OMS ed altre autorità sanitarie garantiscono che non è una questione del “se”, ma del “quando” ciò avverrà. Viene da chiedersi se lorsignori non abbiano un qualche rapporto privilegiato con la natura, per prevedere con tale confidenza cose del genere. In effetti, per essere certi che la natura produrrà tale letale mutazione, è stato ufficialmente dichiarato che si sta cercando di prevenire la natura anticipando la temuta mutazione in laboratorio[2], allo scopo dichiarato di poterla così combattere meglio. Questa, beninteso, secondo loro sarebbe la notizia tranquillizzante. Il virus dell’influenza spagnola, che nel 1918 uccise decine di milioni di persone, è stato invece riportato in vita già nel 2005. Dobbiamo quindi spaventarci a morte di fronte alle orribili minacce che la natura avrebbe in serbo per noi, mentre dobbiamo tranquillizzarci perché nei laboratori biologici militari americani si cerca di produrre le mutazioni che la natura starebbe progettando di scatenare contro di noi. Fate un po’ voi.
Governi e mass media da loro controllati fanno quindi di tutto per terrorizzarci riguardo catastrofi che non ci sono (ancora) mentre tentano (maldestramente peraltro) di non farci spaventare di fronte a catastrofi che ci sono veramente. Qual è la loro finalità? Governi e mass media si sforzano inoltre di terrorizzarci agitando lo spauracchio di terroristi che da soli non riuscirebbero mai ad impensierirci (numeri alla mano, la probabilità di morire di un incidente d’auto o un incidente domestico è infinitamente superiore di quella di morire per mano di “terroristi”). Quindi di fatto fanno l’esatto gioco dei “terroristi”. Se infatti il terrore è il l’ovvio fine dei “terroristi” (per questo si chiamano così), ma gli unici che all’atto pratico riescono a terrorizzare le popolazioni sono i loro governi e i mass media – chi sono in effetti, concretamente, i terroristi? E quali sono le loro nascoste finalità?
Ai lettori più smaliziati le risposte saranno già ovvie, ma le domande sono in realtà rivolte a tutti quei cittadini che invece ancora nutrono ancora qualche fiducia nelle informazioni che ricevono dalle “fonti autorevoli” – i politici che essi votano, i telegiornali che essi guardano ed i giornali che essi leggono. A parole tutti conveniamo sul fatto che “i politici mentono” e che “i giornalisti non sempre dicono la verità”, tanto che questi sono ormai luoghi comuni. Ma all’atto pratico, tanto è il bisogno di “credere” che poi quasi tutti ci ricascano. La relazione cittadini-governanti si fonda sul modello comportamentale bambini-genitori. Questo spiega il continuo sconclusionato mugugnare dei bambini-cittadini nei confronti dei genitori-governanti, senza che tuttavia il vincolo di sudditanza venga mai meno. E così nulla cambia. Se fate parte della categoria dei lettori smaliziati, in effetti quest’articolo vi servirà a ben poco. Potete però suggerirne la lettura ai vostri conoscenti meno smaliziati, arenati nel triste e popolare ruolo di bambini-cittadini. Magari qualcuno di essi apre gli occhi. A furia di suonare a tutto volume la sveglia, ogni tanto qualcuno che bofonchiando emerge dal proprio sonno dogmatico per fortuna c’è. Sono pochi. Ma buoni. Beh, quasi buoni. Dopo una breve e orgogliosa veglia buona parte di essi tuttavia volentieri si rigira nel letto, riaccende la tivù e riprende a dormire.
Ricapitolando:
Qual è il principio in base al quale governi ed autorità decidono se tu – sì, tu che leggi – ti devi tranquillizzare oppure spaventare? Come puoi fare a capirlo per poterti poi ogni volta comportare nel modo a te più conveniente?
Il sistema migliore sarebbe ovviamente l’uso efficiente e critico del proprio pensiero logico. Ma quando per carenza di dati o altro questo non basta, nel dubbio il criterio da adottare che con tutta probabilità produrrà il minor numero di errori è quello di credere esattamente il contrario di quanto le “fonti autorevoli” ti vogliono far credere. Ovviamente così si rischia di cadere nell’errore opposto, quello che genera l’oltranzismo “complottista” (che può anche portare a credere di essere stati invasi – o invasati – dagli UFO o cose di analoga inverosimiglianza), ma nell’insieme ritengo che il bilancio sarebbe tutto sommato favorevole. Chi si informa solo con i tradizionali mass media ormai vive in un tale mondo di fantasia, che qualsiasi alternativa è probabilmente più realistica.
Quindi possiamo concludere con un consiglio semplice.
Se cercano di spaventarti evocando lo spettro di Osama (da non confondersi con lo spettro di Obama, che NON A CASO differisce da quello di Osama per una consonante soltanto) – allora ridi! Sei su Scherzi a Parte!
Ma quando provano a tranquillizzarti e ti dicono che non c’è nulla da temere… allora è probabilmente venuto il tempo di fuggire.
Genova, Aprile 2011
Per evadere completamente dal mondo delle favole mi permetto di insistere a consigliare il mio libro Il Mito dell’11 Settembre (the Myth of September 11), del quale in molti parlano (a favore o a sfavore) senza neppure averlo letto.
[1] Ci sono stati in effetti un paio di casi di minorati mentali imbarcatisi su aerei con pseudo-esplosivo nelle scarpe o nelle mutande, i quali sono poi stati arrestati a bordo con grande clamore mediatico. Una semplice analisi ha però evidenziato come si trattasse di grottesche montature, allestite per sostenere il mito del terrorismo sugli aerei. Potete leggere i dettagli nel mio libro “il Mito dell’11Settembre”.
[2] Washington Times, 24 Marzo 2005
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